ATARI BATTLEZONE – TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO vs T.S. ELIOT

Era una di quelle mattine di novembre nelle quali le acque del Tanaro cominciano finalmente a ritirarsi e il fumo dei mozziconi si alza perfettamente verticale nel sole come un serpente e avevo accompagnato il mio amico Ph.II.F  al George Eastman ma poco dopo venni a sapere che gli agenti avevano introdotto Ph.II.F, aveva il volto tumefatto, appena vide l’Ispettore disse lentamente, con un filo di voce

“Scriverò una recensione negativissima su questo Commissariato”

poi appoggiando la fronte graffiata sul feltro coloniale del periscopio si accorse di un’altra presenza nella stanza, seduta in un angolo luminescente wireframe, allora con uno slancio improvviso riuscì a divincolarsi dalla stretta dei due poliziotti e si gettò ai piedi di Battlezone, mani convergenti davanti alla bocca, indici uniti puntati sotto la cartilagine del setto, fece un cenno agli agenti di non intervenire mentre Ph.II.F urlando si sollevava la maglietta strappata e mostrava indicandole una dopo l’altra le cicatrici che avevano lasciato le sigarette spente su quella sua poca pelle, solo per poche fottute piante nell’armadio, ma l’armadio era pieno di luci, Ph.II.F sollevò lo sguardo e, oltre la finestra, contò quanti segmenti wireframe formassero la luna e decise di bluffare (*) su quel segno di frusta, quello lasciato non dal manganello degli agenti ma dalla signorina Fresafresa nel suo piccolo ufficio nel seminterrato dove Severino Severino gli stivali lasciavano punti bianchi nella polvere di ferro che deponeva ogni tram che correva tra la centrale dell’azoto azotato e la fabbrica dei segnalibri, Battlezone, pur destinato a ripetere il gesto di Ettore con l’uomo che aveva di fronte, gli disse con la voce zagajante wireframe tu Phlebo il Feniccio non cambierai mai, bulbo secco piccolo bugiardo e nell’aria rimase il delicato wireframe dell’indice scosso a rimprovero, quindi gli accennò di rialzarsi e ordinò agli agenti di prendere una sedia al ragazzo e poi a tutti di lasciare la stanza, così rimasero soli e Phlebo il Feniccio avvertì sulla sua poca pelle la tensione wireframe verdeggiare tenue e affilata, Battlezone splendeva di un’ombra nera in tutte le geometrie che componevano il suo essere tangibile, tanto che scoccò

All’Eastman, hai detto? George Eastman?

Sì, l’odontoiatrico, guardi qui, Signore – e Ph.II.F spalancò la bocca per mostrare i molari sinistri e destri superiori e inferiori marci di droghe

Sapevi – una breve pausa per spaccare tra i denti la buccia di un bruscolino wireframe, i segmenti del volto leggermente inclinato, sulla guancia l’ombra dei cirri di cetriolo che crescevano oltre il muro dell’ambasciata del Paese del Viet, giù a Bravetta – che George Eastman e Majakovskij si suicidarono con un colpo di rivoltella al cuore, solo ad un paio d’anni di distanza? A primavera, entrambi, – pensò di aggiungere è il mese più crudele ma si grattò i coglioni wireframe e basta – Pensaci, Phlebo il Feniccio, ma un poeta non potrà mai valere quanto un benefattore, ricordalo sempre. La poesia ha solo prodotto menti degenerate. Quindi, Phlebo il Feniccio…

… quindi ‘sti gran cazzi de Majakovskij. – Aggiunse con tono implorante – Posso però ricominciare dai poeti inglesi, Signore?

botole-Golem, deformi, un disco volante wireframe sull’orizzonte attraversarono insieme la stanza

La poesia non può salvarti, Phlebo. Meglio le nozze – e aprì la mano wireframe per offrirgli la sua consorte die Austernprinzessin.

(*) Qui, incredibilmente, forse a causa dello stress e del panico, Phlebo il Feniccio dimentica di citare il trauma fondamentale della sua infanzia, cioè il siluramento nell’Atlantico ed il naufragio sullo scoglio a forma di molare dove è costretto a nutrirsi esclusivamente di anemoni a forma di piccoli bonbon rosso brillante prima che l’ufficiale giudiziario della folgore nera gli notifichi la sua reale condizione.

Enrico Azzini ha notato qualche legame tra psicanalisi e videogames anche in FREUD FIGHTER

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